mercoledì 17 febbraio 2010

Campagna Edilizia Scolastica

La grande partecipazione alle mobilitazioni studentesche del 9 ottobre ha messo in evidenza i problemi che vivono quotidianamente le studentesse e gli studenti campani. Un disagio profondo che è sintomo di una scuola sempre più inadeguata, sempre più vecchia tanto da un punto di vista didattico e formativo quanto propriamente strutturale. La preoccupazione per un futuro sempre più incerto è accompagnata da una preoccupazione diciamo più contingente, che riguarda le condizioni strutturali sempre più tragiche in cui versano i nostri istituti. Le scuole campane appaiono fatiscenti (finestre rotte o inesistenti, bagni non funzionanti, contro soffittatura che cade, scale d’emergenza che non ci sono e se ci sono restano chiuse…), per non parlare del sovraffollamento delle aule conseguente ai tagli della l.133, a cui si aggiungono carenze propriamente strutturali che minano la sicurezza stessa degli edifici scolastici. La legge 626 sulla sicurezza non viene rispettata, le prove di evacuazione non vengono effettuate, molte scuole non hanno aggiornato il certificato di agibilità, sono presenti in quasi la totalità delle scuole barriere architettoniche etc. etc. etc.

A questo si aggiungono le moltissime scuole che non hanno nemmeno la palestra o i laboratori o i cui servizi igienici sono impraticabili.

Discorso a parte andrebbe fatto per le così dette succursali in cui gli istituti vengono sempre più spesso smembrati. Le succursali sono nella maggior parte dei casi delle sistemazioni di “emergenza”e non è raro che vengano adibiti a scuole edifici privati, con un notevole dispendio di risorse collettive per l’affitto e tutte le spese necessarie a renderli praticabili, o addirittura in garage o scantinati. Altri sono invece i casi di studentesse e studenti costretti ad andare a scuola a rotazione, alcune classi di mattina altre classi di pomeriggio. Gli istituti più colpiti sono gli istituti tecnici e professionali, che vivono in condizioni al limite del reale.



Questa situazione è ormai intollerabile e non possiamo permetterci di aspettare la tragedia per cominciare a indignarci e occuparci di questo tema. L’indignazione e la preoccupazione dovrebbero leggersi ogni giorni sui volti di ogni studente ma anche di ogni genitore, di ogni professore e di ogni dirigente scolastico.



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