venerdì 10 dicembre 2010

Aggiornamenti dal Liceo E.Fermi di Montesarchio OCCUPATO


Dopo l'occupazione massiccia da parte degli studenti del 9 Dicembre seguono queste iniziative:


10 Dicembre: Nella mattinata è prevista un'assemblea degli studenti sulla quale si discuterà dei punti principali di protesta e di rivendicazione degli studenti;

Dopo l'assemblea e la rassegna stampa avuta in mattina i ragazzi hanno proseguito con un momento di svago fatto di canti e balli!
Oggi pomeriggio visione di un film e successivo dibattito!

giovedì 9 dicembre 2010

LICEO E.FERMI OCCUPATO

"Come studenti del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Montesarchio, in queste ore, abbiamo occupato la scuola, per far capire ai nostri politici che siamo contro la riforma Gelmini e che siamo stanchi dei continui e ripetuti attacchi alla scuola pubblica". "Questo governo deve capire che la scuola non è una spesa per lo Stato, ma un investimento, e che per noi giovani è il punto di partenza per un futuro all’insegna del lavoro, della legalità e soprattutto della dignità!
In questo quadro di regressione economica e sociale, la questione giovanile non deve essere una semplice questione generazionale. Essere giovani, in Italia significa trovarsi in una condizione di particolare esposizione all’attacco delle politiche neoliberiste, che producono incertezza, precarietà, mercificazione di tutti gli aspetti della vita dei giovani. Per questo, all’interno dei movimenti, noi giovani, esprimiamo il totale rifiuto dei guasti prodotti dal governo di destra, siamo portatori di una critica radicale nei confronti di un modello di società intollerabile.

Le occupazioni, le manifestazioni di queste ore, raccontano che noi studenti, assieme ai lavoratori, i precari, i genitori, non vogliamo restare a guardare lo smantellamento della scuola pubblica e con forza rivendichiamo il diritto al sapere e alla cultura come patrimonio universale.

Punti di rivendicazione:

Risorse da investire sulla Scuola Pubblica

Autonomia scolastica ed offerta formativa.

- L’autonomia scolastica deve essere potenziata, rendendo possibile un percorso di riqualificazione e aggiornamento dell’offerta formativa. Per questo è necessario ripristinare i finanziamenti destinati al funzionamento didattico amministrativo, che negli ultimi anni ha subito un taglio per 200 milioni. Vanno riportati alla quota del 2001 anche i finanziamenti per la legge 440/97 sull’offerta formativa. In totale servono 300 milioni da mettere a disposizione nelle scuole.

Diritto allo studio, funzionamento didattico.
- Si propone di finanziare il Fondo per il diritto allo studio di 632 milioni di euro. L'attuale ripartizione regionale è incapace di garantire il diritto costituzionale ed inalienabile allo studio, serve un finanziamento straordinario che può essere benissimo costruito dalle detrazione dei cospicui finanziamenti alle scuole private. Chiediamo l’istituzione di un fondo nazionale per il diritto allo studio che preveda l’introduzione del comodato d’uso dei libri di testo, agevolazioni sui trasporti e abolizione di qualsiasi tassa per l’iscrizione ai percorsi scolastici.
Proponiamo l’abbattimento dell’IVA sui consumi culturali. Proponiamo la messa in campo delle risorse sulla carta “Io Studio” necessarie per la realizzazione di misure aggiuntive per garantire agli studenti l’accesso a tutto ciò che costituisce educazione non formale.

Fondo per l'innalzamento dell'obbligo di istruzione a 16 anni
- Proponiamo l’istituzione di un fondo di almeno di 300 milioni di euro che devono servire a garantire il rispetto dell’innalzamento dell’obbligatorietà scolastica. Questi fondi devono servire a garantire i costi dei libri di testo e altre spese legate al pieno rispetto del diritto allo studio. Altrimenti l’innalzamento dell’obbligatorietà a 16 anni rischia di essere un fallimento. Proponiamo di portare i fondi per i per i progetti studenteschi del d.p.r. 567 ad una quota pari almeno a 9 euro per studente trasferiti dallo Stato alle scuole

Open source nelle scuole
- Riteniamo necessaria la disdetta/decorrenza dei contratti per le licenze con la microsoft corporation, promuovendo l’installazione del software libero nella PA (pubblica amministrazione) partendo dalle scuole, per ammortizzare la spesa della pubblica amministrazione con possibilità di reinvestire le stesse risorse in politiche per l’accesso ai saperi.

Se veramente il problema fosse la mancanza di soldi nell’immediato, basterebbe fare scelte politiche diverse da quelle operate sinora. Come:
1.Riduzione delle spese militari;
2.Lotta all’evasione fiscale (ben oltre i cento miliardi di euro l’anno, sottratti alla finanza pubblica);
3.Tassazione progressiva dei grandi patrimoni, delle operazioni finanziarie;
4.Tassazione delle speculazioni finanziarie.

Tutte le risorse recuperate rinvestirle nella scuola, università e per innovazione e ricerca. Investimenti costanti e mirati nel tempo, al fine di eliminare le disparità di accesso delle persone e al fine di garantire a tutti i cittadini i diritti di cittadinanza attraverso l’istruzione".

Gli studenti del Liceo!

Seguiranno aggiornamenti...

martedì 23 novembre 2010

23 Novembre 1980, per non dimenticare


Il 23 Novembre 1980, alle ore 19:34, si verificò ciò che viene definito il terremoto dell'Irpinia, un sisma di magnitudo 6,5 della scala Richter che durò circa 90 secondi e colpì la Campania centrale e la Basilicata. Ebbe come epicentro i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza, e Conza della Campania, causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti.

Una tragedia immane, che fu subito evidente agli occhi dei soccorritori che partirono nella notte alla volta dei paesini sconosciuti dell'Irpinia. Solo a Roma non capirono.
Il titolo del Mattino "FATE PRESTO" era un urlo dalle macerie che rituonò nelle case del mondo intero.
I soccorritori diventarono circa 8000 e veramente provenivano da tutte le zone d'Italia.
Li chiamarono: Angeli del terremoto.
Inoltre, molti Paesi stranieri, si mobilitarono ad inviare fondi consistenti per aiutare l'Irpinia.

Le istituzioni tardarono parecchio per darsi fare negli aiuti e possiamo racchiudere ciò in una frase di Sandro Pertini, al ritorno da un viaggio dall'Irpinia: "Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi ."

Il dopo sisma fu molto deludente per come fu affrontato dalle istituzioni e anche in questo caso possiamo racchiudere il tutto in una frase, stavolta di Indro Montanelli, che disse: "L'uso di 50-60mila miliardi stanziati per l'Irpinia rimase un porto nelle nebbie."


I giovani dell'UdS Cervinara vogliono rendere omaggio alle vittime di quella tragedia e vogliono far conoscere appunto ai giovani odierni un evento che non scomparirà mai più dall'animo e dai pensieri dell'Irpinia intera.

sabato 6 novembre 2010

Contratto precario? Hai 60 giorni per far valere i tuoi diritti

La settimana scorsa in via definitiva alla Camera dei deputati è stato votato il “collegato lavoro”. Una norma contenuta in questa legge è fondamentale per la vita di centinaia di migliaia di lavoratori precari. Fino all’entrata in vigore del “collegato lavoro” era possibile impugnare in giudizio i contratti di lavoro precario di qualunque tipo (a termine, a progetto, interinale) che presentassero illegittimità formali e sostanziali e chiederne, in qualunque momento (anche dopo la decadenza del contratto), la trasformazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato. Oggi, invece, con l’approvazione del “collegato lavoro”, il lavoratore che volesse impugnare in giudizio il suo contratto può farlo soltanto entro 60 giorni dalla sua scadenza. La cosa ancora peggiore è che tale norma vale retroattivamente per tutti i contratti precari illegittimi e irregolari, poiché impone a tutti di ricorrere entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge. Passato questo termine, tutti i contratti precari illegittimi non potranno più essere impugnati e le centinaia di migliaia di lavoratori che avevano diritto, secondo la legge, di vedere trasformato il proprio vecchio contratto precario illegittimo in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato rimarranno esclusi.
Sappiamo bene, chiunque abbia avuto un contratto precario, la speranza di essere richiamati (e dunque la necessità di non guastare il rapporto di lavoro con il proprio datore) sconsiglia di ricorrere alle vie legali, anche in caso di palesi (e diffusissime) irregolarità e illegittimità.
Questo esecutivo, ancora una volta, nasconde la norma che potenzialmente potrebbe cambiare la vita di un’intera generazione, in una legge di cui nessuno parla. Come organizzazione nazionale stiamo, costruiremo una campagna nazionale, con lo scopo che diventi oggetto della discussione pubblica del Paese e una rete di supporto legale.
Nei prossimi due mesi, due sono le cose che faremo:
raccogliere tutte le richieste d’impugnazione delle centinaia di uomini, donne, ragazze, ragazzi che hanno alle spalle un’esperienza di lavoro precario;
metteremo a disposizione la competenza dei nostri avvocati per compilarle tecnicamente (circa il 90% dei contratti precari è illegittimo).

martedì 2 novembre 2010

Un 4 novembre antimilitarista - FESTEGGIAMO LA PACE NON LA GUERRA


Riportiamo la nota del PRC/Gc di Cervinara:

"Pochi anni fa le piazze si riempivano per dire NO alle guerre di aggressione e ai suoi sponsor, inchiodando alle proprie responsabilità governi di diversa posizione politica. A vedere l’Italia di oggi sembra siano passati anni luce da quelle grandi mobilitazioni. Una rimozione collettiva di tale portata troverebbe giustificazione in un’effettiva diminuzione dei pericoli di conflitto nel mondo, quantomeno nell’area geografica prossima al nostro paese. Potrebbe essere giustificata da una diminuzione dei processi di militarizzazione dei territori e della vita sociale e culturale interna.
La società, invece, nel suo complesso sta subendo un processo di militarizzazione che arriva, con il protocollo La Russa – Gelmini per i corsi paramilitari nelle scuole, a investire direttamente la formazione delle future generazioni. Crescono le basi di Camp Darby e s’ipotizza di costruire il più grande Hub militare d’Italia nel limitrofo aeroporto di Pisa, continuano i lavori di potenziamento di Sigonella e delle basi radar a Niscemi, si potenzia la produzione dei F35 a Cameri (Novara). Territori che cambiano di segno, divenendo nei fatti grandi aree a stretta sorveglianza militare.
È urgente che tutte le realtà sociali, culturali, sindacali e politiche devono muoversi e sostenere il NO ALLA GUERRA, ALLE SPESE MILITARI, ALLA MILITARIZZAZIONE DELLA SOCIETA’ E DELLA CULTURA.
Il 4 novembre 1918, l’Italia uscì “vittoriosa” dalla Prima Guerra Mondiale, ogni anno è celebrata in tutte le città d’Italia come la Giornata delle Forze Armate.
Come organizzazione giovanile, chiediamo come si possa festeggiare e celebrare ancora la vittoria di una guerra. Per noi quella è solo una giornata di lutto profondo che ci deve far riflettere sulla brutalità delle guerre: circa 650.000 gli italiani che morirono e milioni i feriti e i mutilati. Migliaia e migliaia di proletari, giovani e padri di famiglia mandati al macello, costretti a diventare eroi in una guerra che non accettavano; mentre chi osava disertare era torturato e fucilato. Una guerra svolta solamente per gli interessi e gli affari del capitalismo, dei grandi industriali e per i “capricci” dei re e dei vari politici corrotti. Una guerra che spianò la strada al fascismo e al nazismo.
Oggi il ricordo di questo massacro è bipartisan, centro-destra e centro-“sinistra” si uniscono nella retorica militarista e della guerra giusta ricordando quegli avvenimenti, riabilitandoli, per meglio giustificare le guerre imperialiste che da guerrafondai quali sono, sostengono, votano e rifinanziata in parlamento.
L’occupazione militare e la guerra imperialista in Afghanistan e in Medio Oriente ricordano la Grande Guerra, a cominciare dall’essere mossa essenzialmente per motivi economici."

mercoledì 20 ottobre 2010

29 e 30 ottobre in piazza. Nell'ignoranza la sottomissione, nella conoscenza la ribellione


Dopo i cortei dell'8 e del 16 Ottobre gli studenti torneranno in piazza il 29 sui territori e il 30 Ottobre a Napoli, a sostegno dei precari della scuola che hanno indetto per il 30 Ottobre una manifestazione nazionale a Napoli. Per questo in tantissime città italiane saremo in piazza il 29 Ottobre invitando gli studenti universitari, i ricercatori precari e strutturati ad unirsi a noi per costruire una mobilitazione coordinata del mondo della conoscenza contro la precarietà e le politiche di questo Governo. E' necessario che la data del 30 Ottobre a Napoli si moltiplichi il 29 anche sui territori per continuare le mobilitazioni di queste settimane contro il Ministro Gelmini. Scendiamo quindi in piazza il 29 Ottobre per portare un forte dato di continuità con la manifestazione nazionale del 30 Ottobre dei precari della scuola, per una battaglia che riqualifichi la scuola e distruggere la precarietà e per generalizzare la protesta a tutto il mondo della conoscenza in mobilitazione.

mercoledì 6 ottobre 2010

8 e 16 Ottobre - Cambiare Ora

OPERAI - STUDENTI: UNITI SI VINCE




8 Ottobre - Giornata Nazionale di Mobilitazione Studentesca

16 Ottobre - Manifestazione Nazionale a Roma promossa dalla FIOM

venerdì 1 ottobre 2010

Cambiare, Ora! Mobilitazione Nazionale Studentesco - 8 Ottobre 2010 - VideoSpot

Il prossimo 8 ottobre saremo in piazza contro le politiche del Ministro Gelmini e per costruire l'AltraRiforma della scuola dal basso. Lanciamo questo appello a tutte le realtà studentesche e del mondo della scuola affinchè si costruisca una grande mobilitazione permanente per costruire la scuola del futuro.

Cambiare ora è necessario, perchè chi apre una scuola chiude una prigione. Liberi tutti!

CHI APRE UNA SCUOLA, CHIUDE UNA PRIGIONE. LIBERIAMOCI!

8 OTTOBRE - MOBILITAZIONE NAZIONALE STUDENTESCA



Ecco il link del VideoSpot:
http://http://www.youtube.com/watch?v=UK5s9mH2DUk

mercoledì 29 settembre 2010

Cambiare, Ora! Mobilitazione Nazionale Studentesca - 8 Ottobre 2010


C A M B I A R E, O R A !

8 Ottobre ’10 - Mobilitazione Nazionale Studentesca

Cambiare Ora la scuola pubblica, sotto gli attacchi del Governo Berlusconi che taglia risorse, manda a casa i precari, reprime diritti, cancella spazi.
...
Cambiare Ora per ampliare i nostri diritti e autogestire le nostre scuole.

Cambiare Ora scuole fatiscenti senza aule, palestre, laboratori.

Cambiare Ora per avere scuole a norma di legge, con spazi per le attività studentesche.

Cambiare Ora una didattica fatta di nozioni, che reprime la creatività.

Cambiare Ora i programmi scolastici e costruirli insieme con docenti e genitori.

Cambiare ora una scuola che per troppi anni ci ha insegnato la divisione e la competizione.

Cambiare Ora i cicli scolastici che dividono gli studenti dei licei da quelli dei tecnici e dei professionali.

Cambiare Ora il potere smisurato di presidi autoritari e le decisioni non condivise nelle scuole.

Cambiare Ora le scuole per costruire una democrazia basata sul consenso e sulla partecipazione e non sui poteri forti.

Cambiare Ora la condizione di precarietà che gli studenti vivono nell’accesso al sapere a causa dei costi elevati.

Cambiare Ora il diritto allo studio, per sconti su trasporti e consumi culturali, borse di studio, comodato d’uso dei libri di testo.

Cambiare Ora questa scuola che insegna la repressione e la paura per interrogazioni sempre simili a condanne.

Cambiare Ora la valutazione e dare diritto al recupero: per costruire una valutazione come percorso e non come sentenza.

Cambiare Ora il rapporto malato di una scuola serva del mondo del lavoro.

Cambiare Ora gli stages nelle scuole, per costruire tutele e diritti per gli studenti in stages

Il prossimo 8 ottobre saremo in piazza contro le politiche del Ministro Gelmini e per costruire l'AltraRiforma della scuola dal basso. Lanciamo questo appello a tutte le realtà studentesche e del mondo della scuola affinchè si costruisca una grande mobilitazione permanente per costruire la scuola del futuro.

Cambiare ora è necessario, perchè chi apre una scuola chiude una prigione. Liberi tutti!

CHI APRE UNA SCUOLA, CHIUDE UNA PRIGIONE. LIBERIAMOCI!

8 OTTOBRE - MOBILITAZIONE NAZIONALE STUDENTESCA



per info:

- http://udscervinara.blogspot.com/
- http://www.unionedeglistudenti.it/

email: udscervinara@hotmail.it

Contatto FB: Uds Cervinara (Banner a lato)

venerdì 30 luglio 2010

Manifesto di Adesione all'UdS


Abbiamo dato vita a partire dal 2008 all'Onda che ha sconvolto le nostro scuole, le nostre città, l'Italia intera. Anche quest'anno non resteremo a guardare di fronte allo smantellamento della scuola pubblica e faremo sentire forte la nostra voce assieme con i lavoratori, i precari, i genitori, ecc.

Vogliamo riforme e cambiamenti della scuola che partano da chi la scuola la vive ogni giorno, rivendichiamo maggiori investimenti per la scuola e per il mondo della conoscenza, che non possono essere considerati come spese da tagliare ma come risorse indispensabili per il nostro futuro. Siamo convinti che l'accesso al sapere e alla conoscenza per tutt* sia, nel nostro tempo, la vera sfida per costruire democrazia e pari opportunità.

Ci battiamo per una scuola pubblica di qualità, dove lo studente possa studiare indipendentemente dalla propria cultura, religione, sesso, condizione sociale possa studiare. Chiediamo, per questo, una legge nazionale sul diritto allo studio che garantisca agli studenti un efficace “welfare studentesco”.

Vogliamo una scuola che valorizzi il protagonismo studentesco, dove sia data voce ai nostri diritti. Per questo chiediamo un potenziamento e un maggiore riconoscimento dei ruoli dei rappresentanti di classe, di istituto, dei comitati studenteschi, delle consulte provinciali, delle associazioni studentesche: le forme di rappresentanza studentesca devono essere incentivate. Rigettiamo progetti come quelli contenuti nel Progetto di Legge Aprea, che mirano alla privatizzazione delle scuole e ad un annullamento del ruolo degli studenti.

Chiediamo una didattica nuova, che svecchi le lezioni, i programmi e i modi d'insegnamento vecchi di decenni; chiediamo che siano rispettate le inclinazioni, le aspettative e le capacità di tutti, che le lezioni non siano più il mero passaggio di nozioni da chi sta al di là a chi sta al di qua della cattedra ma che siano il frutto di un lavoro comune svolto anche grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie.

Chiediamo, inoltre, la valutazione del lavoro dei professori e che gli studenti abbiano voce in questo processo.

Continuiamo a ribadire che di scuola non si può morire, e non vogliamo che tale emergenza rimanga inascoltata. Da anni chiediamo un fondo nazionale straordinario per l'edilizia scolastica, grande emergenza nel paese. Per questo stiamo realizzando il libro bianco sull'edilizia, monitorando le nostre scuole e segnalando tutte le situazioni di pericolo.

Vogliamo una scuola inclusiva, laica, democratica che veda le differenze come una risorsa da valorizzare. Mai più dovranno esserci discriminazioni basate sulla cultura, sulla nazionalità, sulla religione, sul colore della pelle, sull'orientamento sessuale, sull' identità di genere, ecc.

Siamo consapevoli di vivere in un mondo globale e pretendiamo risposte globali ai grandi problemi del nostro tempo, dalla crisi economica, alle tante guerre dimenticate, alle reti mafiose e malavitose.

Chiediamo che gli studenti siano posti al centro della costruzione dell'Europa; chiediamo che il diritto allo studio per tutt* sia riconosciuto, a livello mondiale, come traguardo da raggiungere quanto prima.

L'Unione degli Studenti ha fatto molta strada in questi primi 15 anni di esistenza, ma ancora molto possiamo migliorare. E' infatti in costruzione il progetto del Network Studentesco che l'UdS, assieme a studenti universitari e dottorandi, sta costruendo per dare piena rappresentanza a tutte le persone in formazione.

Tutto questo si può fare anche perchè siamo riusciti a creare buone cose in poco tempo..a partire dalla manifestazione del 9 ottobre, passando per le elezioni studentesche e arrivando alla raccolta firme a sostegno dell'Acqua pubblica che ci ha portati al raggiungimento del referendum; tutto questo anche grazie alla Federazione della Sinistra di Cervinara e al CAOS Valle Caudina con la quale abbiamo instaurato più volte un buon rapporto di collaborazione;

Giunti a conclusione vogliamo ricordare che chi si iscrive all’UDS lo fa principalmente perché vuole battersi per difendere i propri diritti di studente (scuola pubblica, laica, gratuita)e poi lo fa anche perché crede nella Costituzione e quindi crede nell’antirazzismo e nell’antifascismo.
Possono aderire all' associazione tutti gli studenti indipendentemente dalla loro nazionalità, religione, professione, condizione sociale, orientamento sessuale ed opinione politica (visto che è un associazione apartitica non guidata da bandiere, ricordo che antifascismo non significa comunismo).

Per questo ti chiediamo di partecipare, di dare voce alle tue idee, di contare.
Ti chiediamo di aderire all'Unione degli Studenti.


Per info e/o adesione:
E-mail: udscervinara@hotmail.it
Telefono: 340 7559427
Inoltre, in alternativa, puoi utilizzare il banner in fondo alla pagina principale del blog;

Al Lavoro e alla Lotta,
Unione degli Studenti Cervinara;

martedì 29 giugno 2010

Il Tar boccia la Gelmini

Clamoroso errore del ministro: i tagli da 8 miliardi di euro non erano pubblicati in Gazzetta Ufficiale, quindi non hanno valore di legge.



La notizia è di quelle che fanno riprendere fiato, dopo un’apnea per aria mefitica. Ecco la boccata d’ossigeno: il Tar del Lazio il 24 giugno ha sospeso l’efficacia delle circolari su iscrizioni alle secondarie, organici del personale della scuola e mobilità. Ossia tutte le conseguenze dei regolamenti Gelmini (la “riforma” delle superiori). Perché? Quei regolamenti, da cui le circolari partono, non avevano compiuto l’iter obbligatorio, non erano stati pubblicati in Gazzetta (pubblicazione parziale avvenuta solo una settimana fa). Ma il governo li ha considerati legge: procedura anticostituzionale e antidemocratica, che una parte della scuola ha denunciato con tutto il fiato che aveva in gola, nel silenzio della maggior parte dei media. Mobilitazione e consapevolezza pagano: la sospensiva dimostra che il ricorso – presentato da 755 docenti, genitori, personale Ata, studenti, insieme Scuola e Costituzione e per Per la Scuola della Repubblica, organizzato dai Coordinamenti scuole superiori di Roma, Bologna, Milano e molte altre città, nonché dal Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola statale – non era pretestuoso. Con ordinanza n. 1023 il Tar ha accolto la richiesta dei legali ricorrenti, Mauceri e Virgilio, disponendo la sospensione dei provvedimenti impugnati e ordinando a Gelmini di depositare nel termine di 15 giorni una “documentata relazione che, riferendo sui fatti di causa, controdeduca puntualmente sui motivi dedotti con il ricorso”. Il 19 luglio, in una prossima udienza, sarà deciso se confermare o no quanto stabilito.
Sono mesi che da questo giornale ho la possibilità di denunciare tale gravissima anomalia di procedura, dettata da una parte dall’arroganza di sentirsi super leges, dall’altra dalla necessità di far marciare la “riforma”, legge pubblicata o no, per realizzare in tempi utili quanto richiesto da Tremonti: 8 miliardi di tagli, 87.000 docenti e 45.000 Ata in meno. Lo faccio oggi con maggiore motivazione, per ricordarci e ricordare in che razza di Paese stiamo accettando di vivere; rivolgendomi a quella parte della scuola e della cittadinanza immobili e indifferenti all’impegno di quanti svolgono le proprie funzioni coniugandole con mobilitazione e impegno permanenti. Ai colleghi che, in questi giorni, nonostante età e carriere avanzate, si scoprono “soprannumerari”: la “riforma” ha toccato anche loro, e non solo precari senza nome e volto.
Per cominciare: i genitori hanno dovuto iscrivere i figli alla cieca, basandosi sull’offerta formativa dello scorso anno, non aggiornata dalle scuole in mancanza di programmi e regolamenti definitivi. Infatti la “legge” che istituiva i nuovi indirizzi è stata determinata non dall’iter previsto e dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma tramite annuncio sul sito del ministero, a marzo, mese in cui le iscrizioni scadevano. I collegi hanno dovuto adottare libri di testo entro il 31 maggio per le classi I, con i nuovi programmi solo in bozza.
Le classi intermedie di tecnici e professionali si troveranno, dal prossimo anno, dalle due alle quattro ore in meno, senza conoscere neanche le materie tagliate: hanno iniziato a vedere il primo tempo di un film, ma – durante la proiezione – il film è cambiato. Gli iscritti al primo anno del professionale non hanno garanzia che le scuole siano in grado di offrire la qualifica triennale prevista, scelta a carico delle singole Regioni: danni gravissimi al diritto allo studio e all’unitarietà del sistema scolastico nazionale. Non è dato sapere, a due mesi dall’inizio della scuola, a chi verrà affidato l’insegnamento delle discipline introdotte ex novo. L’organico sarà basato su classi di concorso atipiche, commistione tra le vecchie e le nuove, normate da un ulteriore regolamento non ancora legge: sconosciuti i criteri per il trasferimento dei docenti.
La scuola futura è in alto mare: sola certezza è che la circolare sospesa prevedeva 8.711 posti in meno per la primaria; 3.661 per la secondaria di primo grado, 13.746 per la superiore; -15.000 Ata. Totale: 41.118 persone a spasso, in virtù di una “riforma” trattata da chi ci governa come se fosse legge, ma che legge non era. Questo lo scenario su cui si aprirebbe l’anno scolastico 2010-11. Il 19 luglio potrebbe essere evitato un inizio di anno catastrofico e un passo definitivo verso la distruzione della scuola della Costituzione.

di Marina Boscaino
[Fonte: Il Fatto Quotidiano]

giovedì 17 giugno 2010

Pomigliano, nessun passo indietro o si muore

Cosa sta accadendo ultimamente allo stabilimento "Gianbattista Vico" di Pomigliano d'Arco? La fiat da alcuni mesi ha imposto un piano produttivo di "rilancio" dell'azienda, e le sigle sindacali si sono divise tra chi vuole mantenere occupazione a costo di sacrifici e chi, pur rispettando le esigenze economiche del mercato, non intende svendere i diritti dei lavoratori. Così l'11 Giugno scorso i sindacati di Ugl, Cisl, Uil hanno sottoscritto l'accordo e la sola Fiom ha detto No a determinate condizioni. Condizioni che prevedono l'articolazione dell'orario di lavoro di 18 turni per 6 giorni per 8 ore, lo spostamento della pausa mensa di mezz'ora a fine turno (che aumenta i rischi di incidenti sul lavoro), l'utilizzo della pausa mensa per fare straordinario obbligatorio se l'azienda lo richiede (senza nessun accordo sindacale), la riduzione delle pause sulle linee meccanizzate da 40 a 30 minuti,l'abolizione dell'indennità per disagi e i premi per gli assunti dal 2011, infine (la cosa più grave) sanzioni per il mancato rispetto dell'Accordo aziendale, in altre parole i lavoratori saranno sanzionati per qualsiasi iniziativa (dalla protesta o dallo sciopero) se l'Azienda lo decide. Per questo l'Unione degli Studenti di Pomigliano d'Arco, da sempre impegnata per il rispetto dei diritti degli studenti in primis, condanna fortemente questa visione dell'economia, della democrazia e del rispetto dei diritti nei luoghi di lavoro.
Un sistema economico capitalista e neo-liberista che utilizza il lavoratore come merce e non come soggetto da tutelare, che è disposta a mettere in ginocchio i lavoratori che vengono ricattati e minacciati di trasferire lo stabilimento altrove se non accettano, che è disposta a sputare sui diritti costituzionali quali lo sciopero, il diritto ad una pausa minima garantita, il diritto alla prevenzione sul lavoro, per il puro profitto. E' paradossale pensare che gli effetti di questa crisi devastante debbano ricadere sui lavoratori e non su chi quella crisi l'ha creata. Lo Stato non ha saputo affrontare questa crisi: avrebbe potuto obbligare le aziende a rimanere in Italia con finanziamenti o con la loro semi-statalizzazione (come fatto da Francia e America). Invece non solo NON le ha obbligate a restare in Italia ma è addirittura "soddisfatto" se gli operai oggi vengono messi sotto ricatto e sono costretti a lavorare nelle stesse condizioni degli operai cinesi, per essere "competitivi".
Ora attendiamo gli esiti del referendum aziendale del 22 Giugno con la speranza che il piano possa essere respinto dalle lavoratrici e dai lavoratori ed essere rimesso totalmente in discussione.

Fonte: Unione degli Studenti Pomigliano

giovedì 10 giugno 2010

La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci


«Sul sito xxx è stato pubblicato un post (ora prontamente cancellato) in cui un gruppo neonazista milanese chiamato "I figli di Hitler" metteva taglie in euro per chi pestava alcuni compagni quali xxx, e xxx del Manzoni e altri. I soldi sarebbero potuti essere ritirati solo da chi avesse consegnato foto che documentassero la cosa. Io lo considero un dato certamente preoccupante.»

Questo è il post comparso sabato scorso su Indymedia - Lombardia.

Non c’è modo migliore per far capire quale sia il clima milanese di questa prima metà del 2010 che riportare testualmente questo post che è comparso sabato scorso su lombardia.indymedia.org
Ma la lista dei nomi comparsa sul sito neofascista è molto più lunga e prende di mira i principali esponenti studenteschi, sia delle superiori che universitari, dell’antifascismo milanese.
La reazione generale e unanime è di sconcerto e sdegno. E di solidarietà. Perché queste minacce non fanno che ricordarci l’importanza dell’antifascismo, della cultura della nonviolenza attiva da opporre alla subcultura della violenza generata dall’ignoranza.

il 2010, a Milano, è stato un anno all’insegna della lotta ai neofascismi, movimenti che, da realtà più che marginali, quali sono al momento, cercano disperatamente di apparire sulle cronache dei giornali, spesso con iniziative fra l’inquietante e il ridicolo.

così come cercano nuovi adepti consumando chili di volantini che distribuiscono piazzandosi coi caschi davanti alle scuole superiori. Ma loro si sono infastiditi soprattutto col Liceo Manzoni, perché quella scuola aveva deciso, in risposta ai volantinaggi di Forza Nuova, di rispondere con le tre potenti armi di cui potenti di cui può disporre un collettivo studentesco: il boicottaggio, consistente nel rifiuto dei volantini fascisti, la dissacrazione, attuata con una applauso ironico, e l’indignazione, manifestata con un presidio antifascista aperto alla cittadinanza davanti alla scuola.

Di fronte al partecipato 25 aprile milanese, i fascisti hanno convocato manifestazioni e concerti di livello nazionale e internazionale ma dai numeri insignificanti. E l’antifascismo milanese ha fatto sentire la sua voce di risposta immediata tutte le volte che le teste rasate sono scese in piazza.

Milano è una città difficile per molti aspetti; ma per fortuna il neofascismo non trova (ancora?) lo spazio che aspira ad avere; ecco dunque la frustrazione che si concretizza in minaccia verso gli avversari istigando violenza dietro compenso.

La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci. (Isaac Asimov)


"XXX del Manzoni"
LaPS - Laboratorio di Partecipazione Studentesca

lunedì 7 giugno 2010

Manifestazioni e proteste in tutta Italia contro i tagli

“La situazione è fin troppo chiara: distruggono la cultura perché è sovversiva, perché è libertà e democrazia. Bisogna opporsi a tutto questo. Spingere con la forza e non tacere.” Così il regista Mario Monicelli ha esortato lo scorso 3 giugno gli studenti dell'istituto Rossellini a Roma a ribellarsi ai tagli alla cultura e alla scuola operati da questo governo, che gli studenti dello storico istituto cinematografico romano hanno definito come una nuova Armata Brancaleone.
La già grave situazione in cui versano i nostri istituti scolastici, infatti, non potrà che aggravarsi con la manovra finanziaria da poco varata dal governo che prevede tagli di 9 milioni di euro per le supplenze e un taglio ai trasferimenti al ministero dell'istruzione di oltre 300 milioni in tre anni. A Ciò si aggiunge il blocco degli stipendi del personale della scuola fino al 2012, quindi solo tra due anni e mezzo si potrà riaprire la trattativa per il rinnovo del contratto, scaduto il 31 dicembre scorso.
Si moltiplicano in questi giorni le iniziative di protesta di lavoratori, sindacati e studenti contro i tagli alla scuola. Il 3 giugno scorso si sono svolte occupazioni simboliche degli uffici scolastici provinciali e regionali da parte della Flc-cgil, che a Milano ha anche lanciato uno sciopero di alcune ore per il 14 e 15 giugno fornendo un dato allarmante: mentre gli alunni delle scuole primarie dell’intera provincia milanese rappresentano il 42% del totale regionale, il taglio sugli organici arriva al 58% penalizzando dunque le scuole della città.
Anche i sindacati di base, Cobas e CUB, si preparano allo sciopero degli scrutini che avverrà in giorni differenti regione per regione e mira a bloccare lo svolgimento delle valutazioni scolastiche di fine anno. Sempre i sindacati di base, si preparano ad una manifestazione il 15 giugno.
Lo stesso giorno, la FLC sarà in piazza a Roma assieme alla Funzione Pubblica per una manifestazione nazionale dallo slogan “Tutto sulle nostre spalle”. Il corteo partirà alle 15 da Piazza della Repubblica per arrivare a piazza del Popolo. La CGIL vuole contrastare una manovra "iniqua, pasticciata che non sostiene gli investimenti e l'occupazione" e scende in piazza per difendere i diritti dei lavoratori dai continui attacchi del Governo, rappresentati dal ddl lavoro e dal progetto di riforma dello Statuto dei Lavoratori, annunciato dal Ministro del Lavoro Sacconi. La Cgil ha annunciato anche uno sciopero nazionale per la fine di giugno.
Non mancano anche le iniziative promosse dai coordinamenti di lavoratori delle scuole. Fa notizia quella annunciata dai docenti dell'istituto Fermi di Roma che chiuderanno l'anno scolastico con queste parole: “Oggi 11 giugno 2010 ultimo giorno di scuola, siamo qui per la cerimonia funebre in ricordo di tutte le discipline scomparse e di quelle gravemente mutilate dalla riforma Gelmini. Vogliamo ricordarle affinché il colpo inferto alla scuola pubblica rimanga nella memoria di tutti”. Non mancherà il suono delle campane a morto e il Requiem di Mozart in sottofondo.
Gli studenti non possono che essere parte attiva di queste lotte, decisi a difendere il diritto delle giovani generazioni e del nostro Paese di accedere al sapere e alla cultura, decisi a difendere la libertà e la democrazia.

Stefano Vitale

lunedì 24 maggio 2010

L'acqua è un diritto, un referendum contro la privatizzazione!


L’acqua è un bene sempre più scarso sulla superficie terrestre, ma fondamentale per la vita dell’umanità e di tutto l’ecosistema: per questo l’accesso all’acqua è un diritto garantito dai servizi idrici municipali.
Come ogni servizio, anche la gestione dell’acqua è un piatto ghiotto per i privati che vogliono espandere le loro sfere di guadagno.
Con i General Agreement on Trade in Services a livello globale e la Direttiva Bolkestein a livello europeo è stato dato l’imput per la mercificazione dei servizi trasformando i diritti in attività economiche e il cittadino in utente e consumatore.

Dal 2006 agisce il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua per fermare i vari tentativi di privatizzare i servizi idrici, fino ad elaborare una Legge di Iniziativa Popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua.
Nonostante queste battaglia, il governo Berlusconi sta proseguendo nella volontà di mercificazione dei diritti: accesso all’acqua, ai saperi, alla salute sono tutte vittime di uno stesso progetto, della medesima tendenza a rendere questi beni scarsi e mercificabili. Con il Decreto Ronchi è arrivato l’ultimo tassello di questo progetto, con l’obbligo per le istituzioni di vendere ai privati entro il 2011 le parti di pacchetti azionari delle aziende municipali per l’acqua in loro possesso.
Per la ripubblicizzazione completa del’acqua, senza lasciar spazio ai privati, sono stati depositati tre quesiti referendari sul tema.

Come si legge dal sito per l’acqua pubblica: “Dal punto di vista normativo, il combinato disposto dei tre quesiti sopra descritti, comporterebbe, per l’affidamento del servizio idrico integrato, la possibilità del ricorso al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000.
Tale articolo prevede il ricorso ad enti di diritto pubblico (azienda speciale, azienda speciale consortile, consorzio fra i Comuni), ovvero a forme societarie che qualificherebbero il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente “privo di rilevanza economica”, servizio di interesse generale e scevro da profitti nella sua erogazione. Verrebbero di conseguenza poste le premesse migliori per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini.
E si riaprirebbe sui territori la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali”

Sostenendo la battaglia Referendaria, l’Unione degli Studenti porterà in ogni scuola la tematica dell’acqua pubblica e sosterrà la presa di firme e la campagna culturale da mettere in campo nel paese dal 24 Aprile prossimo.

A Cervinara è stata effettuata già una raccolta firme domenica 23 Maggio e continuerà domenica 30 Maggio alle ore 11:00 in Via Roma e sabato 5 Giugno alle ore 17:30 in via Rettifilo!

L’acqua è un diritto, non è in vendita!

domenica 9 maggio 2010

Peppino Impastato - Il Web non dimentica


A 32 anni dalla morte del militante di Democrazia proletaria, ucciso dalla mafia, saranno donate all'associazione che porta il suo nome le chiavi dell'appartamento del boss Badalamenti. Su Internet iniziative e messaggi di chi non vuole arrendersi.


Ci sono voluti 32 anni per compiere i “cento passi”. In occasione dell’anniversario della morte di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia a Cinisi il 9 maggio 1978, saranno consegnate all’associazione che porta il suo nome le chiavi dell’appartamento del boss Tano Badalamenti, poco distante dalla casa in cui abitava il giovane militante di democrazia proletaria. Era stato proprio Badalamenti a ordinare la sua esecuzione: non sopportava le denunce di Impastato, il coraggio con cui si ostinava a lottare contro la mafia, la voce con cui smascherava i “giochi” dei boss tramite le frequenze di Radio Aut, l’emittente da lui fondata nel 1977. Sembra di sentirla ancora, la sua voce. Lo scorso 5 gennaio, nel giorno in cui Impastato avrebbe compiuto 62 anni, è nata Radio Cento Passi, una web radio che continua a fare informazione libera e a diffondere la cultura della legalità.

Il web, insieme alla piazza e all’associazione Peppino Impastato, è il luogo dove si trovano coloro che non vogliono dimenticare la sua storia. Coloro che non vogliono arrendersi alla mafia. Scrive Gian Luca su Facebook: “Ogni volta che qualcuno dice, '...e ma purtroppo funziona tutto cosi, è il sistema', e non fa niente per cambiarlo, è in quel momento che uccide veramente Peppino e tutti quelli che come lui hanno dato la propria vita”. Il gruppo “Il 9 maggio io ricordo Peppino Impastato” annovera più di 10 mila fan. Ma non è l’unico.

Ci sono gruppi ispirati a “Radio Aut”, gruppi dedicati al film di Marco Tullio Giordana “I cento passi” (il più grande con oltre 20 mila supporter). Quello di Radio Cento Passi arriva a più di 40 mila fan. “Peppino, le tue idee camminano sulle nostre gambe!! Grazie x tutto quello che mi hai insegnato... non c'è nessuna distanza, sono con te e ci sarò sempre!!”, dice Laura.

“Un giorno significativo non solo per ricordare la morte di un giovane uomo che sin da piccolo ha lottato contro le ingiustizie, ma anche per sottolineare tutte le problematiche presenti sia in questo paese, sia nel mondo”, aggiunge Marzia. E le fa eco subito un’altra voce: “La Mafia è un problema, un cancro che riguarda tutta l'Italia – scrive Patrizia - E' infiltrata nelle Istituzioni, nella politica, nell'economia. Se non comprendiamo questo non ce ne libereremo mai”.

Con la consegna della casa di Badalamenti all’associazione “Peppino Impastato” si realizza però un gesto significativo. Il progetto prevede di trasformare l'immobile in centro culturale anche attraverso la realizzazione di una biblioteca pubblica con i circa duecento volumi di proprietà di Impastato e gli oltre mille libri acquisiti con diverse donazioni. “E’ una grande vittoria – ha commentato Giovanni Impastato, fratello di Peppino - Si è avverato quello che voleva mia madre. Mi diceva sempre, fino al giorno prima di morire, che sarebbe stata una grande vittoria riuscire ad aprire quella casa del boss. E ci siamo riusciti".

Fonte: Sky Tg24

Al ricordo di questo grande uomo si associano tutti i militati dell'UdS Cervinara.


lunedì 12 aprile 2010

25 Aprile a Cervinara - La Libertà nasce dalla Resistenza



25 Aprile - La Libertà nasce dalla Resistenza

Per non dimenticare, per la nostra Repubblica democratica ed Antifascista nata dalla Resistenza di uomini e donne che restituirono ad un intero paese libertà e dignità!!

L'evento è organizzato dalla Federazione della Sinistra irpina, Giovani Comuniste/i irpini, Unione degli Studenti irpini, C.A.O.S. Valle Caudina, ANPI Sezione di Avellino.

Programma della giornata:
ore 11 - Proiezione sette fratelli Cervi
ore 13 - Pranzo sociale
ore 17 - storia di una storia mai accaduta (spettacolo teatrale)
ore 18.30 - Proiezione "nazirock". A seguire, dibattito con la
partecipazione del regista
ore 21 - odlà-bob
Rude boys sound
Dj set stono man


Inoltre, è previsto un pranzo sociale a cui si può partecipare previo prenotazione;

Questo è il menù con i relativi prezzi:

- Primo piatto: pasta al forno; Secondo: misto carne di maiale più contorno di patatine e insalata; Acqua gratis, bibite a parte; prezzo €10.
- Alternativa vegetariana: Primo piatto: pasta con le verdure; Secondo piatto: Caprese piu insalata; Acqua gratis, bibite a parte; prezzo €10.

Il Limite massimo per le prenotazione è il 21 aprile.


Per info e prenotazioni contattare:

Vincenzo 3407559427 / udscervinara@hotmail.it
Luca 3485653224 / prccervinara@virgilio.it
Mario 3931362677 / caos2008@live.it

A presto, saluti antifascisti!

Per il pranzo sociale ed altre info
Luca 348 5653224 / prccervinara@virgilio.it
Mario 393 1362677 / caos2008@live.it
Enzo 340 7559427 / udscervinara@hotmail.it

sabato 13 marzo 2010

Anche gli studenti di Cervinara dicono NO alla Riforma Gelmini



Anche a Cervinara gli studenti dicono no alla riforma.
In concomitanza delle varie manifestazioni studentesche del 12 marzo avute nel resto d’Italia, davanti alle scuole superiori di Cervinara compaiono due striscioni di protesta per dire no alla riforma e per dire no alla distruzione della scuola pubblica così come succederà con l’istituzione del Pdl Aprea che porterà la scuola a un modello di istruzione privata filo-aziendale. Inoltre, sempre con il Pdl Aprea è prevista l’istituzione di un comitato tecnico – scientifico che proietta la scuola in una situazione di autonomia finanziaria e questo porterebbe ad investimenti da parte di persone esterne che cercheranno sempre un profitto e non investono dei soldi per pura beneficienza o per il bene dello studente.
Altro motivo di protesta è il Riordino dei Cicli che porterà a una riduzione di circa 80 ore per gli istituti tecnici professionali che metterà a rischio l’autonomia didattica e non sarà dato maggiore peso al potere decisionale degli studenti.
Per gli studenti Cervinaresi, questo vuole essere un altro atto, dopo la manifestazione del 9 ottobre e del 17 novembre, per dimostrare il loro dissenso alla riforma che sta portando ad uno smantellamento della scuola pubblica a favore dei privati. Insieme a tutti gli altri studenti italiani, il fine di queste iniziative è di far capire al governo che gli studenti non si arrenderanno finchè non saranno ritirate le varie proposte del ministro Gelmini e il Pdl Aprea.
I provvedimenti di riordino delle scuole superiori e il ddl Gelmini sull’università – continuano gli studenti nella nota - rispondono alla sola logica dei tagli, senza presentare reali progetti educativi e di investimento nel futuro del Paese, quindi nei giovani.
L’UdS punta ad elaborare un “AltraRiforma della scuola e dell'università”, che metta al centro le proposte e le reali esigenze degli studenti, a partire dal diritto allo studio, la didattica, le rappresentanze studentesche. Chiediamo una legge quadro nazionale sul diritto allo studio con un fondo straordinario di finanziamento che possa delineare per tutte e venti le regioni del nostro Paese una cornice comune di offerta formativa e un reale accesso ai percorsi scolastici e universitari per tutte e tutti, a prescindere dalle condizioni economiche di partenza. Solo con efficaci provvedimenti sui trasporti, sulla casa, sui libri, sulle mense, sui consumi culturali si può costruire la formazione dei «capaci e meritevoli».

Fonte: Irpinia News

giovedì 4 marzo 2010

12 marzo: mobilitazione studentesca nazionale

L'Unione degli Studenti e Link-Coordinamento universitario lanciano da oggi assemblee ed iniziative in tutte le città per preparare una mobilitazione studentesca che si terrà il 12 marzo, in concomitanza con lo sciopero generale indetto dalla CGIL.


Negli ultimi mesi il governo Berlusconi ha dichiarato esplicitamente, attraverso specifici provvedimenti, le proprie intenzioni: affamare la scuola pubblica, rendere definitivamente private le università e cancellare la ricerca libera dal territorio nazionale". Gli ultimi provvedimenti ministeriali descrivono la volontà di rendere la scuola e l'università uno strumento funzionale alle logiche del profitto di pochi, privando un'enorme fetta di popolazione della possibilità di costruirsi un futuro. Ne sono un segno evidente i provvedimenti di riordino delle scuole superiori e il ddl Gelmini sull'università, che rispondono alla sola logica dei tagli, senza rispondere a reali progetti educativi e di investimento nel futuro del Paese.
Vogliamo elaborare un "AltraRiforma della scuola e dell'università, che metta al centro le proposte e le reale esigenze degli studenti, a partire dal diritto allo studio, la didattica, le rappresentanze studentesche. Chiediamo una legge quadro nazionale sul diritto allo studio con un fondo straordinario di finanziamento che possa delineare per tutte e venti le regioni del nostro Paese una cornice comune di offerta formativa e un reale accesso ai percorsi scolastici e universitari per tutte e tutti, a prescindere dalle condizioni economiche di partenza. Solo con efficaci provvedimenti sui trasporti, sulla casa, sui libri, sulle mense, sui consumi culturali si può costruire la formazione dei «capaci e meritevoli».
Con queste richieste invitiamo tutti gli studenti a mobilitarsi cin cortei ed iniziative pubbliche venerdì 12 marzo.

"Ci vogliono ignoranti, ci avranno ribelli!"

SCARICA VOLANTINO: http://www.unionedeglistudenti.net/sito/index.php?/download-document/123-manifesto-12-marzo-2010.html

LE NOSTRE RICHIESTE (sintesi): http://www.unionedeglistudenti.net/sito/index.php?/download-document/122-piattaforma-12-marzo-2010-sintesi.html

sabato 20 febbraio 2010

La Scuola Fallita - Presa Diretta (Video)

L'istituto agrario a Messina. L'istituto nautico, dove non c'è spazio per le classi e gli alunni sono costretti a fare i pendolari per spostarsi da un'aula all'altra. Infine a Enna, in una zona altamente sismica, dove gli istituti scolastici non sono nemmeno a norma, per la maggior parte (16 su 34).
Sono queste alcune scuole messe sotto i riflettori di Presa Diretta, il programma andato in onda domenica 14 febbraio su Rai3. Quelle che per molti appaiono immagini e racconti sconcertanti, sono storie di vita quotidiana per molti studenti e lavoratori della scuola. Presa Diretta si è limitata a mostrare gli effetti delle politiche di tagli alla scuola. ha raccontato la storia di vite umiliate ed offese. Ha mostrato una scuola sempre più classista, dove l'istruzione è negata ai più svantaggiati,. ai più poveri, ai diversamente abili.

Ne consigliamo la visione a tutti, in particolare ai politici e alle istituzioni che da anni ignorano le richieste del mondo studentesco e della scuola tutto.


Guarda il video:


http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a20d3078-c510-4407-8b63-b616d0695247.html

mercoledì 17 febbraio 2010

Campagna Edilizia Scolastica

La grande partecipazione alle mobilitazioni studentesche del 9 ottobre ha messo in evidenza i problemi che vivono quotidianamente le studentesse e gli studenti campani. Un disagio profondo che è sintomo di una scuola sempre più inadeguata, sempre più vecchia tanto da un punto di vista didattico e formativo quanto propriamente strutturale. La preoccupazione per un futuro sempre più incerto è accompagnata da una preoccupazione diciamo più contingente, che riguarda le condizioni strutturali sempre più tragiche in cui versano i nostri istituti. Le scuole campane appaiono fatiscenti (finestre rotte o inesistenti, bagni non funzionanti, contro soffittatura che cade, scale d’emergenza che non ci sono e se ci sono restano chiuse…), per non parlare del sovraffollamento delle aule conseguente ai tagli della l.133, a cui si aggiungono carenze propriamente strutturali che minano la sicurezza stessa degli edifici scolastici. La legge 626 sulla sicurezza non viene rispettata, le prove di evacuazione non vengono effettuate, molte scuole non hanno aggiornato il certificato di agibilità, sono presenti in quasi la totalità delle scuole barriere architettoniche etc. etc. etc.

A questo si aggiungono le moltissime scuole che non hanno nemmeno la palestra o i laboratori o i cui servizi igienici sono impraticabili.

Discorso a parte andrebbe fatto per le così dette succursali in cui gli istituti vengono sempre più spesso smembrati. Le succursali sono nella maggior parte dei casi delle sistemazioni di “emergenza”e non è raro che vengano adibiti a scuole edifici privati, con un notevole dispendio di risorse collettive per l’affitto e tutte le spese necessarie a renderli praticabili, o addirittura in garage o scantinati. Altri sono invece i casi di studentesse e studenti costretti ad andare a scuola a rotazione, alcune classi di mattina altre classi di pomeriggio. Gli istituti più colpiti sono gli istituti tecnici e professionali, che vivono in condizioni al limite del reale.



Questa situazione è ormai intollerabile e non possiamo permetterci di aspettare la tragedia per cominciare a indignarci e occuparci di questo tema. L’indignazione e la preoccupazione dovrebbero leggersi ogni giorni sui volti di ogni studente ma anche di ogni genitore, di ogni professore e di ogni dirigente scolastico.



COMPILA IL QUESTIONARIO SULL'EDILIZIA su
http://www.unionedeglistudenti.net/sito/sicuridamorire/sicuridamorire2.php

SCARICA IL QUESTIONARIO su
http://oeo.la/5IkzC

domenica 14 febbraio 2010

Riflessioni sul film "Il cuore nel Pozzo" dedicato alla strage delle Foibe - Ennesimo Esempio di Mistificazione Storica

Anche dopo l’istituzione della giornata della memoria del 27 gennaio, anniversario della liberazione del lager di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, la destra nazionalista ed anticomunista non ha perso occasione, come le è consueto, di farsi avanti per pretendere un altro anniversario da celebrare come contraltare, e tanto ha brigato che è riuscita ad ottenere, con la sconsiderata approvazione di parte del centrosinistra, che il 10 febbraio, anniversario della firma del trattato di pace che chiudeva definitivamente la seconda guerra mondiale, diventasse la “giornata del ricordo delle foibe e dell’esodo”. Questa giornata, che cade a ridosso del 27 gennaio, è ora talmente propagandata che arriva al punto addirittura di oscurare e mettere in secondo piano le celebrazioni della prima “giornata della memoria”, ottenendo, come al solito, di mistificare la storia, paragonare carnefici a vittime e mancare di rispetto a tutti coloro che (indistintamente) hanno perso la vita nel corso di quell’immane tragedia che fu la seconda guerra mondiale, voluta dall’imperialismo nazifascista, dai “padri” spirituali di alcuni fra gli stessi promotori di questa seconda “giornata del ricordo”.

Maurizio Gasparri, ministro postfascista delle telecomunicazioni, ha inviato lettere alle emittenti private italiane invitandole a ricordare con programmi appositi la “tragedia delle foibe” in occasione del 10 febbraio: non ci risulta che abbia inviato analoga lettera per invitare a celebrare degnamente il 27 gennaio. Ma Gasparri, in merito alla programmazione mediatica per il 10 febbraio, aveva già espresso le sue intenzioni in un’intervista alla Stampa del 18/4/02.
Alla domanda “Ora gli sceneggiati vanno molto: ha qualche altra idea?”, ha risposto: “Credo sarebbe interessante realizzarne uno sulla tragedia delle foibe”. Ed alla successiva: “E perché proprio uno sceneggiato e non un programma storico?”, ha così spiegato: “Se facciamo un documentario, magari con la riesumazione delle ossa, provochiamo soltanto ripulsa. Penso che sarebbe più efficace una fiction che raccontasse la storia di una di quelle povere famiglie. Sono grandi tragedie. Come quella dell’Olocausto o di Anna Frank”.
A queste intenzioni di Gasparri possiamo aggiungere le dichiarazioni fatte da uno degli amministratori della RAI, Marcello Veneziani, pubblicate sul periodico “Area” di dicembre 2003. Dopo aver sostenuto che quello che è mancato alla “storiografia per così dire di destra” (ma la storiografia non dovrebbe essere “di destra o di sinistra”, a parer nostro, dovrebbe semplicemente essere “seria”) sono stati “strumenti adeguati, case editrici forti, adeguate casse di risonanza”, ha esposto i suoi progetti per il futuro della RAI.
“Mi sono soffermato” ha detto “su due temi specifici uno è quello della necessità di ricostruire l’autobiografia della Nazione attraverso la storia degli italiani, cosa che è stata già approvata e messa in cantiere dal settore che attualmente si chiama Rai fiction (…) ho chiesto che fosse riaperto il capitolo rimosso di alcune pagine importanti della storia d’Italia (…) uno è il progetto di una fiction sulle foibe, uno sceneggiato storico che è attualmente in progettazione presso Rizzoli (…)”.
Da queste dichiarazioni del ministro e dell’amministratore si può capire quale fosse, da subito, l’interesse della parte pubblica sull’argomento, e quanto disinteressati siano stati gli autori, registi e sceneggiatori che si sono impegnati a realizzare l’opera così “commissionata”. Vediamo quindi come questa tragedia simile, per Gasparri, a quelle dell’Olocausto e di Anna Frank è stata realizzata.

I polemici sostengono che la televisione è l’arma finale del dottor Goebbels. Noi non ci sentiamo di essere così perentori, però è un dato di fatto che dire “l’hanno detto in tivù” dà una patente di veridicità alle fesserie più enormi. Ed è pure un dato di fatto che, quando si vuole influenzare in un determinato modo la coscienza collettiva argomenti specifici, il modo migliore per ottenere il risultato voluto è quello di far passare in televisione ciò che si vuole far entrare nella testa della gente. Ed a questo scopo, un “buono” sceneggiato (adesso lo chiamano fiction, che fa più “americano”) è il sistema perfetto per plagiare la testa della gente.
Dunque Rai Fiction ha commissionato al produttore Angelo Rizzoli (ve lo ricordate? Era stato travolto dallo scandalo della P2, tempo fa. E chi ancora aveva la tessera della P2, così, a primo colpo di memoria? Berlusconi, l’avvocato Augusto Sinagra...) uno sceneggiato sulle “foibe”.
Regista Alberto Negrin; uno dei protagonisti è tale Leo Gullotta che ci dicono sia simpatizzante di Rifondazione Comunista... sarà vero?
Sul sito “Panorama.it” troviamo un articolo firmato da Laura Delli Colli che dice “Foibe. Un film per capire”. Cosa capiranno dunque i volonterosi spettatori di questo sceneggiato che andrà in onda il 6 e 7 febbraio?
“Il massacro di migliaia di civili inermi. La tragedia della pulizia etnica nelle terre slavizzate a forza. Gli spietati partigiani di Tito in azione...”, scrive la giornalista. Ed ancora: “una tragedia rimossa costata non meno di 20-30 mila vittime, uccise dalla feroce repressione del regime di Tito. Un massacro e una persecuzione di massa con un solo obiettivo, ancora attuale: la pulizia etnica (...) Mentre l’Italia viveva la fine della guerra, i partigiani iugoslavi con la stella rossa di Tito eliminarono con ferocia intere famiglie, uomini e donne e spesso con loro i bambini, solo perché oppositori, dichiarati o anche solo potenziali, della slavizzazione dei territori. Almeno diecimila i desaparecidos di un massacro...”.

Complimenti alla giornalista, che è riuscita in così poche righe ad accumulare una tale quantità di boiate storiografiche (oltre che falsità belle e buone) finalizzate alla diffusione di idee razziste da meritarsi il premio Minculpop alla memoria dei solerti redattori de “La difesa della razza”. Ma per capire se questo è il “messaggio” di verità storica che il regista Negrin intende diffondere alle masse teledipendenti italiane, leggiamo la trama del film. “La storia è quella di don Bruno, in fuga nelle campagne istriane per mettere in salvo, tra i bambini, Carlo e Francesco. Carlo è figlio di un’italiana, violentata dal capo partigiano Novak. E Novak va a caccia di quel bambino per eliminarlo. Il prete lo difenderà fino al sacrificio (...) sotto la tonaca di un mite sacerdote di frontiera, ha il cuore di un leone mentre salva i bambini in fuga dalle fiamme che i titini hanno appiccato all’orfanotrofio”.
L’attore Dragan Bjelogrlic, che impersona il “crudele Novak”, afferma: “La crudeltà efferata del mio personaggio? Potrei dire che forse per un serbo che ha sofferto le guerre recenti non è poi tanto difficile immedesimarsi in uno sloveno così negativo... In questi luoghi nessuno è sopravvissuto indenne alla sofferenza delle violenze etniche”.
Quanto al “rifondarolo” Gullotta, ecco come risponde alla domanda della giornalista su cosa gli dica “la sua coscienza civile sulle foibe”.
“Ho cercato di capire, di saperne di più (...) dar voce a una tragedia dimenticata è la prima ragione che mi ha convinto ad accettare. Questo non è un film schierato, ma un atto di doverosa civiltà”.
Ha cercato di capire, Gullotta? Di saperne di più? In effetti, con questo film si arriva a sapere tanto di più rispetto a quello che è successo in realtà: perché, da quanto scritto in questo articolo, appare una sceneggiatura che si basa su presupposti storici falsi per raccontare una vicenda degna della fantasia di una Liala sadomaso, e che arriva a delle conclusioni che sembrano fatte apposta per rinfocolare quegli odi etnici che al nostro confine orientale non si sono mai sopiti.
Quali sono le falsità? La pulizia etnica, mai esistita da parte dei “partigiani di Tito” (ma è tanto difficile accettare il dato di fatto storico che si era trattato di un esercito, sia pure popolare, riconosciuto come cobelligerante dagli Alleati?); la “slavizzazione forzata”, dove nei territori di cui si parla (l’interno dell’Istria) gli italiani non sono mai stati la maggioranza; la quantità dei morti, che non sono stati né “venti-trentamila”, né migliaia, ma poche centinaia nell’autunno del ’43 e nessuno (sì, avete letto bene: nessuno) dopo la primavera del ’45, in Istria, perché mentre nella prima ventata di potere popolare, dopo l’8 settembre, una sorta di jacquerie comportò esecuzioni più o meno sommarie nei confronti di esponenti del regime fascista, alla fine del conflitto, quando le autorità statali jugoslave presero il controllo del territorio, non ci furono esecuzioni sommarie: e se qualcuno fu processato e condannato a morte da tribunali regolarmente insediatisi, questo è un fatto che non avvenne solo in Jugoslavia, ma in tutta Europa, Italia compresa.
Ma la falsità più grossa, e quella che fa particolarmente schifo, è l’uso strumentale che viene fatto dei bambini in questa operazione di bassa macelleria cinematografica. È del regista Negrin (che ci dicono sia ebreo) l’idea (che non appare neppure nei peggiori libelli prodotti dalla propaganda nazifascista dell’epoca) che i “partigiani di Tito” si dedicavano alla deportazione ed al massacro dei bambini, bruciando orfanotrofi ed “infoibandone” gli ospiti? Forse il regista è stato influenzato da tutte quelle sceneggiature uscite negli ultimi anni sulla Shoah, dove si vedevano i nazisti andare a caccia di bambini ebrei che poi venivano fortunosamente salvati, e dato che, essendo in epoca di par condicio, e banalizzazione storica allo scopo di dimostrare che nazisti e comunisti erano cattivi ugualmente, il soggetto che va bene per una fiction sui cattivi nazisti va bene anche per una sui cattivi comunisti?
E ricordiamo, tanto per chiarezza storica, che a Pisino furono i nazisti, nel corso della “normalizzazione” dei territori che erano stati liberati dai partigiani, a dare fuoco alla scuola e fucilare il preside (fascista convinto) Vitale Berardinelli.
La “consulenza storica” per questo film sarebbe dello storico Giovanni Sabbatucci, che è anche autore di testi scolastici. Ma Sabbatucci è anche uno storico che dichiara (“Corriere della Sera” del 24 gennaio), che nella RSI comandavano i nazisti e quindi la responsabilità dei fascisti di Mussolini in merito alle deportazioni degli Ebrei è relativa. Se è questa la sua preparazione storica e se scrive i libri con la stessa serietà e veridicità storica con cui ha dato la propria consulenza per uno sceneggiato come questo, pensiamo che i suoi libri non dovrebbero essere adottati negli istituti scolastici.
La messa in onda di questo sceneggiato sulle “foibe” può produrre, a parer nostro, solo altre tensioni ed altri odi, e non farà sicuramente “luce” su alcunché. Eppure non avrebbe dovuto essere tanto difficile riuscire a “saperne di più”, come dice Gullotta, senza incappare in certe falsità come quelle che abbiamo letto sopra. Basta cercare alcune pubblicazioni (neanche tutte di fonte “slavocomunista”) e si riesce a saperne di più inquadrando correttamente il problema dell’Istria e delle foibe istriane. Ma sappiamo bene che non sempre la verità fa comodo alla propaganda, e che molto spesso è meglio diffondere falsità ad effetto per ottenere il risultato voluto, che in questo caso sembra essere uno ed uno solo: riscrivere la storia per criminalizzare la Resistenza e riabilitare, di conseguenza, quelli che furono i veri criminali di guerra.



Per altre delucidazioni vi invito a guardare questo video:

http://www.youtube.com/watch?v=zn9nbAQa_vg

giovedì 4 febbraio 2010

Riforma Gelmini: la finta riorganizzazione delle scuole italiane

US UNIONE DEGLI STUDENTI CAMPANIA
Napoli, 04/02/2010

Riforma Gelmini: la finta riorganizzazione delle scuole italiane

Con l'ok del Consiglio dei Ministri alla Riforma Gelmini, che in sostanza conferma il riordino degli indirizzi nei licei, negli istituti tecnici e professionali, si procede con celerità alla riorganizzazione della scuola italiana. L'ennesimo atto teso a distruggere il sistema pubblico formativo nel nostro paese. Con il riordino dei cicli gli istituti tecnici perdono circa 80 ore e di fatto tale provvedimento è teso allo smantellamento dell'istruzione e della formazione tecnico-professionale e va a riconfermare un'impostazione classista e gerarchica dei saperi. Si vuol riprodurre un sistema gerarchico nel quale chi frequenta i licei deve essere formato per dirigere il paese e chi frequenta gli istituti tecnici e professionali deve essere preparato a fornire la propria forza-lavoro al mercato del lavoro, educato all'obbedienza e allo sfruttamento.Con il riordino si perdono molte ore e si mette a rischio l'autonomia didattica delle scuole. Invece di valorizzare l'autonomia didattica e dare maggior peso decisionale agli studenti.

Se da un lato è necessaria una riorganizzazione degli indirizzi dall'altro è necessario un maggior collegamento tra i vari percorsi di studio, una contaminazione dei percorsi che deve agevolare la scelta degli studenti, che oggi si compie all'età di 13 anni, in tempo prematuro. Per questo motivo l'Unione degli Studenti Campania rilancia l'idea di un biennio unitario per macroaree di orientamento capace di condividere “i saperi di cittadinanza” necessari a tutti per avere un livello culturale capace di costruire consapevolezza e vera libertà nel proprio percorso formativo.

L'istituzione dei comitati tecnico-scientifici, minano l'autonomia scolastica, la cancellano e la svuotano proiettandola in un contesto di pura autonomia finanziaria che si concretizzerebbe con il PdL Aprea. In concreto la partecipazione di esterni in questi comitati significherebbe aprire la scuola ai privati che vanno alla ricerca del profitto e dell'arricchimento. L'idea di scuola che ha questo governo è un'idea aziendalista tesa all'accumulazione, senza un reale modello didattico e formativo preciso. Nel nostro contesto l'apertura ai privati diventa di fatto un incentivo per la criminalità organizzata che potrà decidere i percorsi formativi delle studentesse e degli studenti campani. In questo modo la centralità dello studente sarebbe minata.

"Di fatto il provvedimento approvato oggi nel Consiglio dei Ministri è la declinazione dei tagli apportati con la legge 133/2008" dichiara Pasquale Di Domenico dell'Esecutivo regionale dell'Unione degli Studenti Campania. "Il ministero Gelmini nella realtà sta distruggendo la scuola pubblica italiana, l'unica idea del progetto è quello di depotenziare il sitma formativo italiano e di svenderlo ai privati. Senza competenze e senza un progetto chiaro che nasca soprattutto dagli studenti è impossibile cambiare la scuola calando dall'alto progetti di riforma" aggiunge Angelo Buonomo, Coordinatore regionale dell'UdS Campania.

L'Unione degli Studenti Campania, per questi motivi, dà un parere negativo al progetto di Riforma della Gelmini e rilancia la costruzione di un progetto dal basso all'interno delle assemblee scolastiche, dei comitati studenteschi e dei collettivi studenteschi. Solo chi vive nella scuola può realmente cambiarla.

Ufficio stampa
Unione degli Studenti Campania
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venerdì 29 gennaio 2010

Maturità 2010: Materie e date delle Seconda Prova

Sono state rese note le date e le materie che caratterizzeranno l’esame di Maturità 2010. La Gelmini, anche quest’anno, svela quali saranno le materie della seconda prova utilizzando il proprio canale Youtube.


DATE MATURITà 2010.


Prima Prova: martedì 22 giugno 2010
Seconda Prova: mercoledì 23 giugno 2010

LE MATERIE. Seconda prova: Licei.
-classico: greco;
-scientifico: matematica;
-linguistico: lingua straniera;
-pedagogico: pedagogia;
-artistico: figura disegnata.

LE MATERIE. Seconda prova: Istituti Tecnici e Professionali.
-tecnico commerciale (ragionieri): economia aziendale;
-tecnico per geometri: estimo;
-tecnico per il turismo: lingua straniera;
-professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione: economia e gestione delle aziende ristorative;
-professionale per i servizi sociali: tecnica amministrativa.



martedì 26 gennaio 2010

27 Gennaio, Giornata della Memoria - Per non dimenticare la Shoah

Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Le immagini che apparvero agli occhi dei soldati sovietici che liberarono il campo, sono impresse nella nostra memoria collettiva. Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di incredibile efferatezza. Tali crimini non furono commessi solo contro il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie oppressi, ma contro tutta l’umanità, segnando una sorta di punto di non ritorno nella Storia. Il 27 Gennaio data simbolica della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, che è stata appunto decisa per ricordare che cosa è stato, prima ancora del momento indimenticabile della sua liberazione, che cosa ha rappresentato quel campo per quei terribili tre anni della sua esistenza.
“Perché non succeda mai più”. Questa è la parola d’ordine che ricorre in questa circostanza. Non abbiamo dubbi sul fatto che sia giusta e che ripeterla ogni anno in questa giornata, lungi dal banalizzarla, dovrebbe rafforzarla e soprattutto farla diventare un patrimonio stabile della coscienza individuale e collettiva. Dobbiamo però riconoscere che non è sufficiente. Il problema è non tanto che cosa affermiamo, ma che cosa abbiamo fatto e che cosa intendiamo fare.
Nel 65° anniversario della fine della guerra e della liberazione dei campi, il giorno della memoria assume un particolare significato. Per ricordare (come indica la legge che istituisce la giornata della memoria) "la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetti i perseguitati”. Come sindacato studentesco siamo vicini più che mai a chi anche oggi quotidianamente subisce ogni forma di discriminazione poiché questa è sempre gravida di violenza. Siamo vicini a chi la nuova destra xenofoba vorrebbe colpire e isolare (oppositori politici, omosessuali, ebrei, immigrati).


« Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario » (Primo Levi)

venerdì 22 gennaio 2010

Apprendistato a 14 anni: Il diploma degli sfruttati

Il 20 Gennaio 2010 la Commissione Lavoro della Camera ha approvato un emendamento al disegno di legge 1441 quater che garantirebbe l’assolvimento dell’obbligo scolastico anche nei canali di Apprendistato dal’età di 14 anni.
Mentre gli alti stati europei stanno progressivamente elevando l’obbligo scolastico a 18 anni, per garantire un’istruzione elevata e gratuita per tutti, il Governo Italiano torna sui passi tracciati dalla Moratti: con l’apprendistato si può prendere un titolo di studio, due anni di lavoro saranno come un biennio sui banchi di scuola.
L’apprendistato è una tipologia di contratto, questo vuol dire che lo studente può andare a lavorare dai 14 anni in poi e può seguire dei corsi formativi.
Anziché frequentare un biennio sui banchi si potrà entrare in catena di montaggio, il ritorno dello sfruttamento minorile sarà un dato di fatto.
Le fregature sono molte:
1) lo stipendio sarà minore di quello che prendono i lavoratori che fanno lo stesso lavoratore dell’apprendista
2) i contributi saranno pagati dallo Stato e non dall’azienda
3) l’apprendista si formerà solo nel settore dove lavora, restando un indivisuo carente di conoscenze a 360°

La scuola si sta trasformando sempre maggiormente in un luogo che forma solo su sngoli settori, un posto da cui escono lavoratori la cui conoscenza sarà in un sol campo e ricattabili dalla precarietà la quale impone, invece, una cultura ampia e poliedrica, una cultura per persone che si sappiano reinventare nel corso della vita e per cittadini, non solo per futuri lavoratori sfruttati. Ora lo sfruttamento lavorativo entra nella vita delle persone all’età di 14 anni, con uno stipendio da fame e delle spese a carico dell’azienda pari a zero. Ci chiediamo: chi ci guadagna? Dalla formazione ci dovrebbero guadagnare gli studenti, dall’apprendistato ci guadagneranno solo le imprese.

L’Unione degli Studenti ribadisce la sua idea di scuola multifunzionale, capace di trasmettere conoscenze di base al fianco di una forte professionalizzazione, una scuola che liberi l’uomo da ogni catena.
Per noi la formazione avviene principalmente a scuola, una scuola di massa e di qualità.

PER QUESTO NEI PROSSIMI MESI LOTTEREMO PERCHÉ LE LOGICHE DEL LAVORO, ESPRESSE DA STAGE E APPRENDISTATO, SIANO FUNZIONALI ALLA CRESCITA DEGLI INDIVIDUI E NON AI GUADAGNI DEI PADRONI.

giovedì 21 gennaio 2010

Studenti Immigrati: Il Tetto della Vergogna

Il ministro Gelmini ha diramato alcuni giorni fa – proprio in contemporanea con gli sconcertanti fatti di Rosarno - la circolare che prevede la distribuzione degli alunni con cittadinanza non italiana tra le scuole e le classi in ciascuna scuola in modo da non superare il tetto del 30 % del numero degli alunni stranieri in ogni classe.
È prevista l'introduzione di tale tetto a partire dall'anno scolastico 2010-2011 in modo graduale, dal primo anno di ciascun grado di studi. Inoltre sarà solo l'Ufficio Scolastico Regionale ad avere la possibilità di essere eccezione in presenza di alunni stranieri previe adeguate competenze linguistiche o nel caso di istituti scolastici con la disponibilità di particolari risorse quali strutture di supporto o consolidate e positive esperienze a livello didattico. Al fine di non intaccare perlomeno le soluzioni alternative già venutesi a creare a livello didattico.

Al momento saranno linee che coinvolgono maggiormente gli studenti e le studentesse delle regioni del nord, dove la percentuale degli iscritti stranieri è maggiore e dove gli istituti piuttosto che farsi laboratori di inclusione ed integrazione attraverso pratiche interculturali che si potrebbero mettere in atto, si rendono cavie di modelli discriminanti nascosti dietro alla “nuova integrazione” che il ministro promuove.
La circolare risulta essere in linea con le direttive che a partire dal Pacchetto Sicurezza licenziato nel 2008 hanno riguardo il mondo dell'immigrazione (a partire dall'introduzione del reato di clandestinità).
Di fatto l'assegnazione di classi diverse o inferiori rispetto a quelle corrispondenti dall'età anagrafica, su decisione del collegio dei docenti in relazione a criteri che tengano anche conto della verifica delle competenze linguistiche dell'alunno è una manovra propedeutica all'attualizzazione delle Classi Ponte proposte lo scorso anno, secondo le quali si creerebbero delle classi ghetto con soli alunni stranieri e altre con soli alunni italiani.

L'Unione degli Studenti di fronte a queste decisioni si pone fortemente contro alla manipolazione del diritto all'istruzione rivolta a tutti gli studenti e alla criminalizzazione delle diversità tra studenti e studentesse immigrati rispetto agli studenti italiani. Questa circolare ministeriale farà sì che il prossimo anno, specialmente nelle città e nei quartieri dove è maggiore la presenza di migranti, vari studenti stranieri saranno costretti a cambiare classe o addirittura scuola.

Noi crediamo che per realizzare una vera integrazione, bisogna abbandonare una chiusura identitaria che mira a difendere a spada tratta le cosiddette “nostre tradizioni”, occorrono seri investimenti, a partire dagli insegnanti di sostegno e dai mediatori culturali in grado di facilitare l'inserimento nelle classi dei bambini e ragazzi stranieri: l'integrazione non è certo favorita dai tagli alla scuola voluti dalla Gelmini. E soprattutto, la composizione delle classi deve essere fatta in base alle conoscenze e competenze di ciascuno, creando classi omogenee dove i più bravi possono trainare gli studenti in difficoltà e dove ciascuno possa mettersi a disposizione dell'altro per condividere reciprocamente le proprie culture, religioni e tradizioni, e tutto ciò deve essere fatto a prescindere dal colore della pelle o dal paese di provenienza.

È nostra la ferma volontà di creare le fondamenta a una società intercuturale e inclusiva, dove gli immigrati possano essere considerati una risorsa dagli studenti italiani. Di far riconoscere che l'intreccio tra culture e metodi di pensiero sconosciuti tra loro, sono uno strumento per abbattere i pregiudizi e tutti i razzismi.

martedì 19 gennaio 2010

Riforma Scuole Superiori: UdS chiede rinvio

Ulteriore rinvio delle iscrizioni a marzo, parere del Consiglio di Stato con molte negatività, parere delle commissioni parlamentari ancora non pervenuto: cosa altro deve succedere perchè il Ministro Gelmini si renda conto che la riforma delle scuole superiori non può partire dal prossimo anno??
Serve maggiore certezza per le famiglie e gli studenti sul percorso di studi che andranno ad intraprendere, ma ad oggi ancora nessuno può sapere come saranno i licei e gli sitituti tecnici e professionali del prossimo anno.

L'insistenza con cui il ministro Gelmini vuole avviare da subito la riforma dimostra come l'unico scopo di tutta questa operazione sia solo finalizzato al risparmio, senza nessun obiettivo didattico o educativo.

L'unione degli Studenti, continua a chiedere delle modifiche sostanziali ai provvedimenti di riordino delle superiori quali:
- rinvio di almeno un anno della riforma in modo da consentire una maggiore chiarezza agli studenti che si iscrivono a scuola
- avvio della riforma (e dei tagli orari) solo alle prime classi e non anche alle 2° classi, che altrimenti vedrebbero mutare "in corsa" i propri programmi e quadri orari
- definizione di un'area di discipline comune a tutti i percorsi scolastici nel primo biennio delle superiori, in modo da garantire, nella scuola dell'obbligo, competenze e conoscenze comuni a tutti gli studenti indipendentemente dalla scuola stessa, e rendere così più facili eventuali "ripensamenti" sul proprio percorso scolastico
- totale revisione dei "comitati scientifici" - criticati anche dal Consiglio di Stato - che , vedendo al presenza paritaria die sperti esterni, minerebbero la centralità dello studente nel percorso di apprendimento con forte rischio di spinte privatistiche nelle scuole

Inoltre, non ci stanchiamo di chiedere che tutti i risparmi conseguiti con questa “razionalizzazione" siano reinvestiti nelle scuola pubblica al fine di migliorarne la qualità, portarla ai livelli europei e permettere a tutti i giovani l'accesso all'istruzione.

Clicca sul Link allegato per vedere come cambieranno le scuole superiori:



(Se non funziona il link copiate e incollate quello seguente):

http://www.unionedeglistudenti.net/sito/index.php?/riforme/in-arrivo-la-riforma-delle-scuole-superiori.html

sabato 16 gennaio 2010

Manifesto d'adesione 2010

Siamo l'Unione degli Studenti, un'associazione nazionale autonoma, di ispirazione sindacale che difende ogni giorno nelle scuole i diritti delle studentesse e degli studenti.

Abbiamo preso parte all'Onda che ha sconvolto le nostre città, l'Italia intera.
Anche quest'anno non siamo rimasti a guardare di fronte allo smantellamento della scuolapubblica e dell'intero tessuto sociale. Vogliamo lottare al fianco dei lavoratori, dei precari, degli immigrati e dei più deboli. Pretendiamo riforme radicali per la scuola pubblica che partano da chi la vive ogni giorno, rivendichiamo maggiori investimenti per il mondo della conoscenza i quali non possono essere considerati come spese da tagliare, ma come risorse indispensabili per
il nostro futuro. Siamo convinti che l'accesso al sapere e alla conoscenza per tutt* sia, nel nostro tempo, la vera sfida per far sì che ognuno possa sviluppare un proprio senso critico.
Chiediamo, per questo, una legge nazionale sul diritto allo studio che garantisca agli studenti un efficace “welfare studentesco”. Chiediamo scuole, trasporti e servizi pubblici di qualità; musei, cinema e teatri gratuiti, libri,musica e film a prezzi accessibili. La risposta dei governi di destra e centro-sinistra è stata insufficiente e dannosa. I processi di riforma della scuola degli
ultimi 15 anni hanno abbassato la qualità dell'istruzione, limitandone il libero accesso.
Vogliamo una scuola dove gli studenti, con le loro idee e proposte, siano reali protagonisti.
Crediamo per questo nel ruolo dei rappresentanti di classe, di istituto, dei comitati
studenteschi, delle consulte provinciali, dei collettivi e soprattutto nell'impegno quotidiano deisingoli studenti: gli studenti devono contare di più !
Rigettiamo provvedimenti come il Progetto di Legge Aprea e il voto di condotta che mirano alla privatizzazione delle scuole e all'annullamento del ruolo degli studenti, già attualmente sotto attacco di presidi e docenti autoritari.
Chiediamo una didattica nuova, che sappia coinvolgere gli studenti e stimolare la curiosità di ognuno; metodi d'insegnamento moderni e di inclusione. Chiediamo che siano rispettate le inclinazioni, le aspettative e le capacità di tutti, che le lezioni non siano più il mero passaggio di nozioni da chi sta al di là a chi sta al di qua della cattedra, ma che siano il frutto di un lavoro comune svolto anche grazie all'utilizzo di nuovi strumenti, testi e metodi didattici.
Chiediamo, inoltre, la valutazione del lavoro dei professori e che gli studenti abbiano voce in questo processo.
Continuiamo a ribadire che di scuola, così come di lavoro e di carcere, non si può morire e non accettiamo la superficialità con cui questi argomenti continuano ad essere trattati.
Da anni chiediamo un fondo nazionale straordinario per l'edilizia scolastica, grande emergenza nel paese. Per questo stiamo realizzando un Dossier, monitorando e segnalando tutte le situazioni di pericolo.
Vogliamo una scuola pubblica, laica, democratica, solidale e antifascista
che veda le differenze come una risorsa da valorizzare. Mai più dovranno esserci
discriminazioni basate sulla cultura, sulla nazionalità, sulla religione, sul colore della pelle, sull'orientamento sessuale, sull' identità di genere, ecc.
Siamo consapevoli di vivere in un mondo globale e pretendiamo risposte globali ai grandi problemi del nostro tempo, dalla crisi economica, alle tante guerre dimenticate, alle reti mafiose e malavitose. Chiediamo che il
diritto allo studio per tutt* sia riconosciuto a livello mondiale come traguardo da raggiungere quanto prima.

L'Unione degli Studenti ha fatto molta strada in questi anni, ma abbiamo ancora molte lotte da affrontare. E' infatti in costruzione il progetto di Rete dei soggetti in formazione che l'UdS, assieme a diverse realtà universitarie, sta costruendo per rafforzare i legami all'interno del mondo della conoscenza.

Per questo ti chiediamo di partecipare, di dare voce alle tue idee, di batterti per i tuoi diritti!


UNIONE DEGLI STUDENTI

RACCOLTA OBBLIGATORIA DATI PER SINGOLA ISCRIZIONE

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Cognome______________________________________________

Tipo e Nome Scuola______________________________________

Città__________________________________________________

Numero di tel/cell ______________________________________

*l'elusione di almeno uno dei campi obbligatori sopra elencati comporta il non conteggio

dell'iscrizione (da art.11 Regolamento del tesseramento)

informazioni facoltative

Mail________________________________________

Indirizzo_____________________________________

Età_________________________________________


P.S. Copiate e incollate il modulo d'iscrizione e dopo averlo compilato inviatelo al seguente indirizzo:

udscervinara@hotmail.it

giovedì 7 gennaio 2010

La Lotta Continua...




La battaglia contro la scellerata decisione del governo di privatizzare l'acqua continua. Abbiamo raccolto oltre 200 firme, in pochi giorni. La battaglia, ovviamente, deve continuare.
Le azioni sociali più condivisibili, come la difesa dell'acqua per il bene comune, sono minate dall'incapacità degli amministratori locali.
Come da prassi, abbiamo fatto richiesta al Comune di Montesarchio per poter usufruire di piazza Carlo Poerio per allestire il gazebo di raccolta firme, la quale è stata negata. Il motivo della mancata autorizzazione è lo spostamento, previsto dal Sindaco Antonio Izzo, della movida caudina, da Piazza Carlo Poerio a Piazza Umberto I.
Non riusciamo a comprendere il senso di tale motivazione. Siamo allibiti perchè non ci concedono la possibilità di utilizzare uno spazio pubblico, quindi di tutti.
Questo atteggiamento produce nichilismo, uccide la volontà partecipativa dei cittadini e priva la libertà d'informazione.
Nonostante tale atteggiamento, quindi l'impossibilità di allestire il gazebo, la raccolta firme è proseguita tra la gente.



De Lucia Vincenzo - UdS Cervinara
Luca Servodio - PRC Cervinara
Mario Ferdinandi - Portavoce "CAOS"

martedì 5 gennaio 2010

Buon Compleanno Peppino...

Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino, il 5 gennaio 2010 avrebbe compiuto 62 anni. I mafiosi di Cinisi lo hanno ucciso il 9 maggio 1978; Peppino nacque da una famiglia mafiosa (il padre Luigi era stato inviato al confine durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso nel 1963 in un agguato nella sua Giulietta imbottita di tritolo). Ancora ragazzo rompe con il padre, che lo caccia di casa, ed avvia un'attività politico-culturale antimafiosa. Fonda il giornalino l'Idea Socialista, conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi e nel 1977 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell'aeroporto. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale. Ma dopo trenta e più anni egli continua ancora ad essere straordinariamente vivo nelle lotte di tutti coloro che vogliono una società libera dai privilegi, dalle ingiustizie, dagli autoritarismi e dalla logica del profitto.